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Vita e parole di Maitre Philippe Il Vangelo di Maitre Philippe

Le condizioni della conoscenza

Gli esseri sono stati creati col bisogno di istruirsi, poiché non conoscevano nulla (5.3.1902).
Dio non ha nulla di nascosto per i suoi figli. Quand’anche non conoscessero nulla, saprebbero tutto ciò che è loro utile sapere senza aver studiato. Egli dà loro dei lumi e delle conoscenze man mano che essi si sforzano di vivere secondo la Sua legge (9.6.1895).
Nessuno può andare in Cielo se non conosce tutto. Dobbiamo perciò conoscere tutto, i mondi perduti nello spazio come il nostro. Bisognerà dunque che ci andiamo, a meno che Dio non ci esoneri da questo compito. Il nostro spirito, sviluppandosi, potrà estendersi fino a quei mondi e viverci.
Sapere per intuizione come comportarsi nelle cose, le idee e le teorie, e arrivare così alla Verità, è una delle qualità più belle che si possa incontrare nell’uomo.
Non abbiamo bisogno di nessuno per istruirci, perché abbiamo in noi tutto ciò che occorre per far crescere la piccola pianta divina che è nel nostro cuore. Non sono che l’orgoglio, l’egoismo, la cattiveria a soffocarla impedendole di svilupparsi (13.5.1902).
Lo spirito sa tutto e non può imparare nulla, ma bisogna che ogni organo lavori e si sviluppi per arrivare all’altezza dello spirito, e ancora non potremo mai conoscere tutto a fondo (8.3.1896).
Per diventare degni della vera scienza, si deve combattere l’orgoglio e chiedere a Dio che si degni, secondo la Sua santa volontà, di darci l’umiltà. Non è che con l’umiltà e la preghiera che si ottiene la Luce e la vera scienza (11.2.1905).
Avremo la conoscenza tangibile della Parola che giace in fondo al nostro cuore, quando non saremo niente, e saremo all’inizio (6.5.1902).
Più avanzeremo nel tempo, più sapremo che non siamo nulla (6.2.1902).
Più l’uomo cresce, meno sa ciò che è. Occorre che l’uomo scenda e non sia più niente e, quando non sarà più niente sarà tutto, e avrà tutta la conoscenza.
Ogni conoscenza ci verrà data quando saremo arrivati ad amare il nostro prossimo come noi stessi (22.11.1900).
Si possono avere dei poteri, e dei grandi poteri, senza avere la conoscenza. In questo caso ci si può servire di questi poteri per fare il male. Ma chi ha la conoscenza non può fare il male. Colui che è nella Luce non va a rinchiudersi in un sotterraneo per divertimento ed è per questo che coloro che sono veramente nella Luce non possono allontanarsene più.

Incapacità attuale delluomo alla conoscenza dei misteri dellessere

È impossibile non dire nulla né nulla supporre sull’aldilà. Ignoriamo da dove viene l’uomo e dove va, ignoriamo cos’è lo spirito come dissertare su ciò che diverrà?
Vorreste certo che vi dica cos’è la creazione, cosa sarete dopo la morte, quanti anni di vita avete ancora. Non parlo di quelli che ricordano trenta o quarant’anni di esistenza, ma di quelli che credono a delle vite successive. Vorreste sapere cos’è questa vita, perché siamo sulla Terra. E, quand’anche sapeste tutto ciò, sareste forse migliori? (28.12.1894).
Potreste passare la vostra vita a studiare i misteri che ci sono in un orecchio, non riuscireste mai a penetrarli. Non cercate dunque di approfondire le cose aumentate soltanto in tal modo la vostra responsabilità. Invece di rivoltarvi contro l’errore, benedite il Cielo di avervelo dato come un esempio.
Non bisogna stancarsi la testa a cercare, perché non ci si può che confondere e cadere persino nel dubbio e nella disperazione nulla allora trattiene più lo spirito umano (22.5.1898).
Quando si cerca senza autorizzazione al di là delle proprie forze, ecco ciò che capita: si va ad esplorare dei paesi sconosciuti e lì gli indigeni che non si vedono, o altri esseri che si trovano sulla stessa strada e che non si vedono, vi attaccano e vi fanno prigionieri. Allora si diventa folli o malati e nello stesso tempo degli esseri della vostra famiglia sono presi e martirizzati.
Molte persone chiedono di vedere l’invisibile. Esse non sanno ciò che chiedono. Non tutto è bello ed esse potrebbero non sopportare.
Dio non ha voluto, quali che siano le nostre ricerche, che noi troviamo tutto ciò che vogliamo sapere, poiché non tutto è alla nostra portata e, se vi sono delle persone che si ritengono progredite perché hanno certe comunicazioni di altri esseri, si sbagliano. L’orgoglio impedisce loro di avanzare, e anche la mancanza di carità, perché senza la carità, anche con la fede, niente salvezza (12.9.1893).
Nessuno può essere abbastanza puro quaggiù da avere delle comunicazioni provenienti dal Cielo. È inutile cercare di sapere con i propri mezzi, perché, quando riuscirete ad amare il vostro prossimo come voi stessi, vi sarà dato di tutto sapere.

La divinazione

È dato ad alcuni esseri, a seconda del piano in cui si trovano, di poter vedere non soltanto il passato, ma anche l’avvenire, benché non vedano esattamente come sia, poiché il tempo e le date non sono come i nostri è quello che ci confonde, non possiamo comprendere (21.5.1902).
Ma la previsione degli avvenimenti atmosferici o sociali, la divinazione sotto forma astrologica o dei segni, è illusoria, e non conduce che all’orgoglio. Per tre volte i pronostici saranno veri, e la quarta, quando l’uomo si crederà ormai sicuro della sua scienza, il pronostico sarà sbagliato. Senza dubbio un segno fa presagire qualche cosa, ma la data in cui si compirà il fatto è assolutamente variabile. Si calcola in base ai pianeti e si formula un giudizio, ma la luna rimane padrona nel suo ambito e sovverte i pronostici.
Vi è certamente una qualche conformità tra lo stato del cielo e dei pianeti al momento della nascita, e la luce, il destino di colui che nasce. Se tutti gli astri sono in buona armonia al momento della nascita, è probabile che la vita dell’uomo nato sarà calma e armoniosa. Ma non se ne saprebbero trarre dei pronostici. Un tempo, prima del Cristo, i sette pianeti avevano più azione, visitavano più spesso la Terra; gli uomini potevano dunque ricavare degli oroscopi, e dall’interpretazione dei sogni delle verità, e conoscere così il loro destino futuro. Oggi non è più lo stesso, perché il Cristo ha gettato la luce nelle tenebre e ha fatto camminare in una direzione ciò che andava nell’altra.
Prima di Gesù Cristo i veggenti e coloro il cui spirito aveva sondato il mondo invisibile, avevano intravisto delle forme. Fissando queste forme, essi vi avevano connesso anche una parte del potere, delle forze dell’altra parte (pentacoli). Ma, quando Gesù Cristo è venuto, ha cambiato ogni cosa, non questo in particolare, ma il tutto è stato cambiato e da allora quei segni hanno perduto la loro forza (lo stesso è per l’astrologia).
Voler conoscere l’avvenire vuol dire mancare di fiducia in Dio. Ecco perché io condanno tutti i procedimenti per tentare di prevedere l’avvenire.

Non insultiamo mai l’avvenire volendolo interrogare, perché equivarrebbe ad insultare Dio. Se noi fossimo tanto forti da poter vedere in anticipo le prove che dobbiamo avere, conosceremmo l’avvenire; ma Dio ha messo un velo davanti ai nostri occhi quando ci ha creati, e ci ha detto: «Cammina, lavora, guadagnati la vita col sudore della tua fronte; ricevi degli affronti, abbi delle grandi difficoltà, fai il male per colpa della tua ignoranza, per conoscere tutto e sopportarne le conseguenze. Quando la tua anima si sarà purificata, dopo aver superato innumerevoli insidie, tu ritornerai da me»(1900).
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