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Benché fosse nato il 25 aprile (san Nizier), M. Philippe chiese ai suoi amici di fargli gli auguri la domenica delle Palme. 27 aprile 1898. Abbiamo offerto al nostro caro Maestro una medaglia d’oro in una cornice fiorentina. La sala era guarnita di fiori: camelie, azalee, lillà e rose. Un bambino ha recitato una poesia, poi ventisette bambini hanno offerto ciascuno un mazzo di fiori.
31 marzo 1901. Il villino della Rue Tête-d’Or era pieno di una folla rispettosa, ciascuno col suo mazzo di fiori. Ero salito nella camera del Maestro con Encausse. M. Philippe camminava in lungo e in largo, fumando. Ci disse: «A tutte queste persone che sono giù, che cosa dirò? Non ho fatto nulla per loro!». Quando entrò nella sala, tutti i bambini gli offrirono dei fiori, prima i maschietti poi le femminucce. Disse: «Miei cari bambini, vi ringrazio, ma un’altra volta non comprate così tanti fiori. Donatemene uno e conservate i soldi per i poveri. Vi ringrazio e chiedo a Dio che vi doni la sua benedizione e vi protegga. E grazie a voi tutti per la simpatia e l’amicizia che dal fondo del cuore mi testimoniate. Io non posso fare nulla per voi. Chiederò comunque al Cielo che nei momenti di lotta e di prove ‑ perché andiamo incontro alle lotte e alle prove ‑ vi dia la forza e il coraggio di sopportarle». Prese un bimbo, lo mise sul tavolo e gli fece recitare il Pater sollevando il suo ramoscello con la mano destra. Tutti piangevano, le madri gli tendevano i propri figli da benedire. Era stato stampato un piccolo omaggio in versi; io gli avevo portato un disegno simbolico: un cane che difende il suo gregge contro i serpenti. Poi recitammo l’Ave Maria ed egli disse: «Quando avrete dei grandi dolori, dei gravi problemi, pensate alla giornata di oggi e, ve lo prometto, sarete consolati e li sopporterete più coraggiosamente». Fece distribuire i fiori a tutti i presenti, dopo che ebbe imposto le mani su di essi. Uscendo dalla sala disse ai discepoli: «Non vi raccomanderò mai abbastanza di pregare, pregare sempre» (Sédir). |