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Vita e parole di Maitre Philippe Il Vangelo di Maitre Philippe

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Lettera a Louise Grandjean
(divenuta più tardi la Signora Chapas)
Lione, 7 gennaio 1886

Cara signorina,

mille volte grazie dei voti che indirizzate al Cielo per me e per la mia famiglia. Non vi dimenticherò nelle mie preghiere. Anch’io domanderò a Dio che si degni di proteggere voi e i vostri cari che vi accordi ciò che voi Gli domanderete, se questo non compromette in alcun modo la vostra salvezza.
Pregate, pregate sempre, non dimenticate le anime che vi circondano e che necessitano delle vostre buone azioni.
Ricevete, signorina Louise Grandjean, i saluti sinceri del vostro devotissimo,

Philippe

 

In risposta alla Vostra onorata lettera del 30 maggio ’87, vengo a ringraziarvi delle vostre buone intenzioni nei miei riguardi. Io stesso non ho sollecitato testimonianze in mio favore. Alcune persone si sono presentate per testimoniare la verità; si è riso, molte di quelle persone sono state in effetti derise, ma verrà un giorno, e quel giorno è molto vicino, che Dio le ricompenserà.
Ciò che io faccio, lo rifarei, perché non ho mai fatto del male; sono stato incolpato, è vero, sono stato anche insultato, ma ho la grande soddisfazione di aver sempre reso il bene per il male.
Se il Tribunale mi condanna, il Tribunale Celeste mi grazierà, poiché mi ha dato una missione da compiere, che il potere umano non può compiere per me, come non può impedirmi di portare a termine i miei doveri. L’ora è suonata e ha dato il segnale delle mie prove. Sarò fermo e non cederò di un pollice il territorio che mi è stato affidato dal Padre».

 

Alla signora Chapuis
Corso Vitton,
e Signorina N   M.F .

Care signore e caro signore,
grazie mille volte dell’interesse che mi dimostrate. Non vi ricordate forse d’aver inteso già da lungo tempo che avrei dovuto camminare tra le spine, e questo molto presto, vi si diceva? Adesso l’ora delle prove è suonata, e presto mostrerò i miei poteri. Nulla sarà mutato alle riunioni. Si ricomincerà lunedì invece che mercoledì, e vi sarà una seduta anche di mercoledì.
Mio Padre mi ha inviato qui per assistere e incoraggiare i suoi figli che sono miei fratelli, amarli, benedirli, liberarli all’ora della morte, cioè presentarli a Lui evitando loro le difficoltà. Non cesserò la mia opera che quando sarà compiuta.
Il momento è quasi giunto di mostrare apertamente al mondo i poteri che mi sono stati accordati.
Dio vegli su di noi, non temete che una cosa, di fare del male, io otterrò sempre la vittoria quando la domanderò al Padre.
Ancora grazie.

Il vostro amico Philippe

Saprò consolare colui che ha pianto e salvare colui che è perduto.
Il potere umano non è forte abbastanza per impedirmi di portare a termine il mio compito.

 

Cara Signorina,
ieri eravate triste, va meglio oggi? Voi sapete, conoscete i vostri problemi, ma mettetevi bene in mente che quaggiù tutti hanno delle miserie da sopportare; tutti noi abbiamo una croce più o meno pesante. Se voi non foste sensibile, se il vostro cuore non sentisse i tormenti, non sareste una figlia del Cielo. Sappiate bene, mia buona amica, che vi sono dei figli di Dio che soffrono più di quanto voi soffrirete mai. Spesso dite: “Ma perché ho la vita?”. Ah, signorina, questa vita, sì, questa vita, credete voi di esserne padrona? No, disilludetevi, essa è di Dio. Dunque, se è Sua non è vostra, e voi dovete fare ciò che Egli vi comanda. Quando avrete compiuto la Sua volontà, non soffrirete più. Ma fino ad allora, non recriminate, è una inutile pena.
Non crediate che io faccia della morale, no di certo, ne sapete più di me su questo argomento, ma se vi dico qualcosa è perché mi fa bene, è per me stesso che parlo.
Il vostro amico che ha anch’egli il cuore grosso,
Philippe

 

Ai signori Barbier, Champollione, Grandjean, Boudarel

Miei amici e fratelli,
non siate inquieti, credetelo, sono venuto a portare la luce nella confusione e non sono venuto senza armi, senza buona scorta, ma armato della verità e della luce. Trionferò, siatene persuasi, se non potessi sopportare la lotta non dovrei far altro che desiderare il riposo e l’avrei immediatamente abbiate un po’ di pazienza e tutto cambierà in bene se non ho chiesto la vostra testimonianza qui, è che la preferisco più tardi, perché passerò davanti ad un tribunale ben più grande, e là avrò bisogno di testimoni miei e per me, per la verità e per il Cielo. Lottate anche pregando per i vostri fratelli cattivi, domandando perdono a Dio per coloro che ci sputano sul viso e che dicono: «Se sei Dio, scendi dalla Croce».

 

Alla signora Gérard, a Lione.

Cara Signora,

clicca per ingrandirein risposta alla vostra lettera non posso rispondervi che questo: abbiate coraggio e sappiate perdonare non serbate rancore a colui che vi ha fatto soffrire e credete pure che quelli che fanno del male non sanno ciò che fanno.
Voi sapete che nessuno vuol essere calunniato, contrariato dai suoi fratelli, in una parola non si vuole sentire l’avversità si preferisce la pace, la tranquillità e la felicità.
Il Cielo ci dice: «Arricchitevi accettando tutto ciò che è rifiutato dai vostri fratelli, questi tesori non saranno rubati e i vermi non li distruggeranno».
Sì, figlia mia, abbi pazienza, ti aiuterò, perdona, Dio perdonerà prima te e poi i tuoi fratelli se tu lo chiederai per loro.
Prega e accetta le prove perché nulla, nulla ci accade se non è permesso da Dio.
Questo Dio ha promesso di cambiare la guerra in pace, l’orgoglio in modestia, l’avversità in contentezza e gioia, la povertà in fortuna.
Oggi, questo 9 settembre 1904, chiedo per te e la tua famiglia la Benedizione del Cielo.

Con amicizia, Philippe, dottore in medicina di San Pietroburgo.
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